mercoledì 7 novembre 2018

Articolo sul Riciclo

Riciclo, la cooperativa eco che lavora con gli scarti

Il lavoro di Al Revés, che lavora con gli scarti e con i soggetti emarginati

L’arte della sartoria insegnata alle cose e alle persone che non vogliono essere dimenticate. Ciò significa riciclo non solo dal punto di vista dei materiali, che rivivono in una nuova forma, ma anche dalla prospettiva di riabilitare le persone in difficoltà tramite l’insegnamento di un mestiere. Non un taglia e cuci qualunque, ma piuttosto un’attività di sartoria sociale che trasformi gli scarti tessili in qualcosa di diametralmente nuovo.Succede a Palermo, dove la cooperativa sociale Al Revés fa lavorare migranti, ragazzi stranieri, italiani in difficoltà, disabili, tutti con la testa immersa nella sartoria, e pronti a dare vita ad oggetti e creazioni del tutto diverse da quelle di partenza. Dalle borse, agli abiti da sposa. Il mestiere sartoriale viene insegnato a detenuti, immigrati, donne in difficoltà, tossicodipendenti e molte altre categorie disagiate.Un processo di impresa sociale, quello della cooperativa, che interessa sia gli oggetti considerati inutili sia le persone più emarginate da questi tempi bui e difficili.Ed essa opera attraverso una prospettiva circolare, includente, che reinserisce persone e materiali in un nuovo flusso vitale. Come si legge sul sito della cooperativa, l’impresa è stata fondata a Palermo nel luglio 2012, e si occupa prevalentemente di riciclo tessile, critical fashion, servizi alle persone. Anche il nome del progetto, Al Revés, in francese ‘al contrario’, sottolinea proprio la necessità di un cambio di prospettive: sul mondo che sulle cose.Il laboratorio da una via nascosta di largo Zuccarello a Palermo, sta ora cercando di spostarsi ed allargarsi. Vuole trasformarsi in punto vendita, punto di raccolta di idee e vetrina per le creazioni realizzate dal gruppo di lavoro. La cooperativa è nata dall’iniziativa di una decina di soci e attualmente dà lavoro a cinque persone oltre al servizio di assistenza. Prossima fermata: la stampa in 3D, per crescere ancora tra spirito sociale e ambientalistico. [Fonte La Stampa]

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